Obiettivo riciclo ed economia circolare
Come possiamo salvaguardare le risorse del nostro pianeta? Scopri qui come dare il tuo contributo.
- Ufficio Stampa
- Maggio 18, 2021
- 9:00 pm
Riciclare è il primo passo
Sembra una raccomandazione banale, eppure riciclare risulta oggi un’operazione molto efficace per gestire il problema relativo allo spreco delle risorse messe a disposizione dalla natura e dai processi produttivi dell’uomo. Il mondo di oggi è vessato dai rifiuti e l’utilizzo di materiali riciclabili è l’approccio giusto con cui affrontare il problema. Abbiamo già raccontato nel precedente articolo “Il cartone e gli altri imballaggi alimentari”, quanto la scelta del packaging sia una discriminante in termini di impronta ecologica. Tra le varie ragioni secondo cui il cartone risulta essere il materiale più vantaggioso in commercio, ciò che ci interessa puntualizzare in questa sede è la sua riciclabilità.
Partiamo dall’assunto che il cartone Tetra Pak è completamente riciclabile proprio perché esiste una procedura logistica molto efficiente per il recupero e riutilizzo delle sue componenti. Dove potersi informare al meglio su questo tema? Sul sito web www.tiriciclo.it sono mappati tutti i siti di conferimento dedicati a questa tipologia di imballaggio, offrendo ai cittadini un servizio per garantire una miglior performance di riciclo.
Per quanto riguarda Acquainbrick – Ly Italia, riciclare il contenitore che usiamo per la nostra acqua è un processo abbastanza semplice, meccanico e senza aggiunta di sostanze chimiche. Sia con le fibre di cellulosa che con le sottilissime pellicole di Alluminio e Polietilene, presente in minima quantità (13% circa sul peso totale del cartone ), si possono attivare filiere circolari per rendere gli scarti materie prime seconde da re-immettere sul mercato.
Possiamo dire che ad oggi, per fortuna, sono sempre più diffusi gli eco-prodotti derivati da carta riciclata, quindi il sistema della filiera della carta sembra funzionare molto bene. E proprio l’Italia rappresenta un caso esemplare di direzione sempre più green di questo segmento di mercato: l’obiettivo europeo fissato per il riciclo della carta e del cartone al 2025 è infatti già stato raggiunto, come evidenziato dal 25° Rapporto annuale di Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) che conferma il raggiungimento del traguardo dell’81% dei materiali riciclati nel 2019. Ma l’obiettivo riciclo non deve finire qui: per il 2030 si dovrà approdare a quota 85%! (fonte: https://www.comieco.org/report2020.html)
Ma per ciò che concerne il restante panorama industriale, sappiamo che in Italia si raccolgono oltre 1 miliardo e 400 milioni di confezioni per alimenti. E come vengono trattate una volta dimesse? Dopo il recupero della cellulosa, le parti scartate sono destinate a discarica, termovalorizzazione, o a un riciclaggio parziale inefficiente in termini di costi, consumo di energia e scarsa qualità dei materiali ottenuti.
Per ottimizzare l’efficacia del riciclo, perciò bisogna integrare altri processi virtuosi: la preferenza di risorse plant-based, derivate da fonti vegetali che ricrescono, a discapito di materie petroleum-based; l’attivazione di economie circolari; i comportamenti sostenibili quotidiani.
Consumatori e produttori: tutti abbiamo un ruolo fondamentale!
La transizione verso l’economia circolare: diamoci da fare!
Che cosa si intende per “economia circolare”? In natura, nulla si distrugge e tutto si ricrea, in un moto circolare. Così come in natura, il modello dell’economia circolare si basa sul principio che, le materie prime, anche se trasformate in altri materiali, una volta esaurita la loro funzione primaria, sono una risorsa da trasformare in materia prima seconda a sua volta. Si tratta perciò di un modello di produzione e consumo che implica la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione e il riciclo di materiali e prodotti, allo scopo di estendere il loro ciclo di vita il più possibile, e contribuendo così alla riduzione dei rifiuti o alla loro trasformazione in qualcosa di diverso, utilizzabile come risorsa.
Questo modello si contrappone all’economia lineare, che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse, un’opzione non più praticabile attualmente.
Nel caso di Acquainbrick- Ly Italia, ci impegniamo a favore di un’economia circolare che sia anche incentrata sulla riduzione delle emissioni di CO2: non teniamo solo conto del riciclo e del riutilizzo del cartone, ma anche dell’impatto delle emissioni di carbonio derivanti dai metodi di produzione e, in particolare, dalle materie prime. Poniamo anche grande attenzione alla conservazione della biodiversità e all’accessibilità dell’acqua dolce. Un esempio concreto? Il nostro nuovo brick è in buona parte plant-based, in quanto anche il polietilene ad alta e bassa densità, ottenuto da una fonte rinnovabile che è la canna da zucchero, assorbe CO2 dall’atmosfera durante il ciclo di crescita e soprattutto può essere riciclato a più riprese. Essendoci un chiaro collegamento tra economia circolare ed economia a basse emissioni di carbonio, ci prodighiamo inoltre per integrare al nostro ciclo produttivo una serie di attività alimentate da energia rinnovabile e da una logistica che riduce il consumo di carburante: è un’economia che produce innovazione sostenibile, riducendo la quantità di rifiuti complessi e la domanda di petrolio.
Cosa fare quindi per difendere un pianeta sempre più depredato di risorse e sommerso dalla plastica? Bisogna che partecipino diversi gruppi di persone e che le politiche si diano da fare, investendo sul miglioramento di tutti quei processi collaterali al recupero e al riciclo. In Italia ad esempio il Ministero dell’Ambiente ha predisposto il Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi (DiTEI), articolato a sua volta in quattro uffici di livello dirigenziale generale, fra cui la Direzione generale per l’economia circolare (ECI), con le seguenti funzioni:
- promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare;
- gestione integrata del ciclo dei rifiuti e dei programmi plastic free e rifiuti zero;
- pianificazione, tracciabilità e vigilanza sul ciclo integrato dei rifiuti, e monitoraggio dell’adozione e attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, anche avvalendosi dell’Albo nazionale dei gestori ambientali;
- attuazione ed implementazione del sistema dei criteri ambientali minimi (CAM); politiche integrate di prodotto e di eco-sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione («acquisti pubblici verdi»);
- individuazione, in raccordo con le amministrazioni competenti, di misure per la corretta gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, anche in attuazione del relativo Programma Nazionale, nonché per la protezione da radiazioni ionizzanti ad essi collegate;
- attività unionale ed internazionale nelle materie di competenza*
(*fonte: https://www.minambiente.it/pagina/direzione-generale-l-economia-circolare-eci)
I nostri consigli
Per ogni singolo cittadino, prestare molta attenzione alle scelte di consumo e ai comportamenti quotidiani è un ottimo inizio. Ecco i 3 consigli con cui ognuno di noi può contribuire alla sostenibilità:
- REUSE: ostacoliamo lo spreco di materia utile e approcciamoci alla produzione e agli acquisti con una mentalità differente, optando per prodotti che possono essere smontati, riassemblati, riparati o rigenerati per nuovi usi e consumi.
- REDUCE: evitiamo i prodotti usa e getta. Se l’obiettivo è produrre meno rifiuti, allora perché fin dal principio non produciamo meno materiale e meno prodotti destinati a finire in discarica? Qui, auspichiamo l’intervento di grandi e piccole imprese.
- RECYCLE: siamo veramente sicuri di avere bisogno di tutto quello che abbiamo? Spesso ci si rende conto di possedere oggetti superflui o di gettare via qualcosa che non abbiamo mai sfruttato al massimo. Potrebbe essere utile prestare o condividere con gli altri: la condivisione dei prodotti è proprio uno dei principi più importanti dell’economia circolare. Molte aziende hanno sviluppato il proprio business a partire proprio dal product-sharing!
Per favorire la circolarità dell’economia è necessario attivare dei processi innovativi, di ricerca e sviluppo. Vi raccontiamo tutto nel prossimo appuntamento con Think Green!
Obiettivo riciclo ed economia circolare
Come possiamo salvaguardare le risorse del nostro pianeta? Scopri qui come dare il tuo contributo.
- Ufficio Stampa
- Maggio 18, 2021
- 9:00 pm
Riciclare è il primo passo
Sembra una raccomandazione banale, eppure riciclare risulta oggi un’operazione molto efficace per gestire il problema relativo allo spreco delle risorse messe a disposizione dalla natura e dai processi produttivi dell’uomo. Il mondo di oggi è vessato dai rifiuti e l’utilizzo di materiali riciclabili è l’approccio giusto con cui affrontare il problema. Abbiamo già raccontato nel precedente articolo “Il cartone e gli altri imballaggi alimentari”, quanto la scelta del packaging sia una discriminante in termini di impronta ecologica. Tra le varie ragioni secondo cui il cartone risulta essere il materiale più vantaggioso in commercio, ciò che ci interessa puntualizzare in questa sede è la sua riciclabilità.
Partiamo dall’assunto che il cartone Tetra Pak è completamente riciclabile proprio perché esiste una procedura logistica molto efficiente per il recupero e riutilizzo delle sue componenti. Dove potersi informare al meglio su questo tema? Sul sito web www.tiriciclo.it sono mappati tutti i siti di conferimento dedicati a questa tipologia di imballaggio, offrendo ai cittadini un servizio per garantire una miglior performance di riciclo.
Per quanto riguarda Acquainbrick – Ly Italia, riciclare il contenitore che usiamo per la nostra acqua è un processo abbastanza semplice, meccanico e senza aggiunta di sostanze chimiche. Sia con le fibre di cellulosa che con le sottilissime pellicole di Alluminio e Polietilene, presente in minima quantità (13% circa sul peso totale del cartone ), si possono attivare filiere circolari per rendere gli scarti materie prime seconde da re-immettere sul mercato.
Possiamo dire che ad oggi, per fortuna, sono sempre più diffusi gli eco-prodotti derivati da carta riciclata, quindi il sistema della filiera della carta sembra funzionare molto bene. E proprio l’Italia rappresenta un caso esemplare di direzione sempre più green di questo segmento di mercato: l’obiettivo europeo fissato per il riciclo della carta e del cartone al 2025 è infatti già stato raggiunto, come evidenziato dal 25° Rapporto annuale di Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) che conferma il raggiungimento del traguardo dell’81% dei materiali riciclati nel 2019. Ma l’obiettivo riciclo non deve finire qui: per il 2030 si dovrà approdare a quota 85%! (fonte: https://www.comieco.org/report2020.html)
Ma per ciò che concerne il restante panorama industriale, sappiamo che in Italia si raccolgono oltre 1 miliardo e 400 milioni di confezioni per alimenti. E come vengono trattate una volta dimesse? Dopo il recupero della cellulosa, le parti scartate sono destinate a discarica, termovalorizzazione, o a un riciclaggio parziale inefficiente in termini di costi, consumo di energia e scarsa qualità dei materiali ottenuti.
Per ottimizzare l’efficacia del riciclo, perciò bisogna integrare altri processi virtuosi: la preferenza di risorse plant-based, derivate da fonti vegetali che ricrescono, a discapito di materie petroleum-based; l’attivazione di economie circolari; i comportamenti sostenibili quotidiani.
Consumatori e produttori: tutti abbiamo un ruolo fondamentale!
La transizione verso l’economia circolare: diamoci da fare!
Che cosa si intende per “economia circolare”? In natura, nulla si distrugge e tutto si ricrea, in un moto circolare. Così come in natura, il modello dell’economia circolare si basa sul principio che, le materie prime, anche se trasformate in altri materiali, una volta esaurita la loro funzione primaria, sono una risorsa da trasformare in materia prima seconda a sua volta. Si tratta perciò di un modello di produzione e consumo che implica la condivisione, il prestito, il riutilizzo, la riparazione, la rigenerazione e il riciclo di materiali e prodotti, allo scopo di estendere il loro ciclo di vita il più possibile, e contribuendo così alla riduzione dei rifiuti o alla loro trasformazione in qualcosa di diverso, utilizzabile come risorsa.
Questo modello si contrappone all’economia lineare, che si affida esclusivamente allo sfruttamento delle risorse, un’opzione non più praticabile attualmente.
Nel caso di Acquainbrick- Ly Italia, ci impegniamo a favore di un’economia circolare che sia anche incentrata sulla riduzione delle emissioni di CO2: non teniamo solo conto del riciclo e del riutilizzo del cartone, ma anche dell’impatto delle emissioni di carbonio derivanti dai metodi di produzione e, in particolare, dalle materie prime. Poniamo anche grande attenzione alla conservazione della biodiversità e all’accessibilità dell’acqua dolce. Un esempio concreto? Il nostro nuovo brick è in buona parte plant-based, in quanto anche il polietilene ad alta e bassa densità, ottenuto da una fonte rinnovabile che è la canna da zucchero, assorbe CO2 dall’atmosfera durante il ciclo di crescita e soprattutto può essere riciclato a più riprese. Essendoci un chiaro collegamento tra economia circolare ed economia a basse emissioni di carbonio, ci prodighiamo inoltre per integrare al nostro ciclo produttivo una serie di attività alimentate da energia rinnovabile e da una logistica che riduce il consumo di carburante: è un’economia che produce innovazione sostenibile, riducendo la quantità di rifiuti complessi e la domanda di petrolio.
Cosa fare quindi per difendere un pianeta sempre più depredato di risorse e sommerso dalla plastica? Bisogna che partecipino diversi gruppi di persone e che le politiche si diano da fare, investendo sul miglioramento di tutti quei processi collaterali al recupero e al riciclo. In Italia ad esempio il Ministero dell’Ambiente ha predisposto il Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi (DiTEI), articolato a sua volta in quattro uffici di livello dirigenziale generale, fra cui la Direzione generale per l’economia circolare (ECI), con le seguenti funzioni:
- promozione delle politiche per la transizione ecologica e l’economia circolare;
- gestione integrata del ciclo dei rifiuti e dei programmi plastic free e rifiuti zero;
- pianificazione, tracciabilità e vigilanza sul ciclo integrato dei rifiuti, e monitoraggio dell’adozione e attuazione dei piani regionali di gestione dei rifiuti, anche avvalendosi dell’Albo nazionale dei gestori ambientali;
- attuazione ed implementazione del sistema dei criteri ambientali minimi (CAM); politiche integrate di prodotto e di eco-sostenibilità dei consumi nel settore della pubblica amministrazione («acquisti pubblici verdi»);
- individuazione, in raccordo con le amministrazioni competenti, di misure per la corretta gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, anche in attuazione del relativo Programma Nazionale, nonché per la protezione da radiazioni ionizzanti ad essi collegate;
- attività unionale ed internazionale nelle materie di competenza*
(*fonte: https://www.minambiente.it/pagina/direzione-generale-l-economia-circolare-eci)
I nostri consigli
Per ogni singolo cittadino, prestare molta attenzione alle scelte di consumo e ai comportamenti quotidiani è un ottimo inizio. Ecco i 3 consigli con cui ognuno di noi può contribuire alla sostenibilità:
- REUSE: ostacoliamo lo spreco di materia utile e approcciamoci alla produzione e agli acquisti con una mentalità differente, optando per prodotti che possono essere smontati, riassemblati, riparati o rigenerati per nuovi usi e consumi.
- REDUCE: evitiamo i prodotti usa e getta. Se l’obiettivo è produrre meno rifiuti, allora perché fin dal principio non produciamo meno materiale e meno prodotti destinati a finire in discarica? Qui, auspichiamo l’intervento di grandi e piccole imprese.
- RECYCLE: siamo veramente sicuri di avere bisogno di tutto quello che abbiamo? Spesso ci si rende conto di possedere oggetti superflui o di gettare via qualcosa che non abbiamo mai sfruttato al massimo. Potrebbe essere utile prestare o condividere con gli altri: la condivisione dei prodotti è proprio uno dei principi più importanti dell’economia circolare. Molte aziende hanno sviluppato il proprio business a partire proprio dal product-sharing!
Per favorire la circolarità dell’economia è necessario attivare dei processi innovativi, di ricerca e sviluppo. Vi raccontiamo tutto nel prossimo appuntamento con Think Green!