Burgez
Comunicare fuori dagli schemi: in questa Success Story presentiamo una full brand davvero irriverente, personalizzata da Acquainbrick per Burgez.
- Ufficio Stampa
- Aprile 13, 2021
- 10:00 pm
L’incredibile storia di Burgez
Nel 2015 Simone Ciaruffoli fonda Burgez a Milano. Già dal payoff “Try not to come back if you can”, che è allo stesso tempo una sfida e un invito, il brand punta sull’ironia, la messinscena, l’irriverenza.
La narrazione della nascita di Burgez prende le sembianze di un racconto breve dai contorni urban-fantasy. La “strana storia” inizia nel dicembre del 2012. “Proprio quando il mondo vuole finire” Ciaruffoli si trova a New York per cominciare una nuova vita. L’incontro provvidenziale con un senzatetto, custode di un piccolo e vecchio diario, è il punto di svolta. Il diario contiene, infatti, frammenti di storia dei genitori del vecchietto, partiti da Amburgo alla volta del Nuovo Mondo, ma soprattutto è rivelatore dei segreti di un “fantomatico panino con la carne”, l’hamburger. E se questa storia ha dell’incredibile, il grande successo di Burgez è dovuto prima di tutto alla qualità della materia prima, alla semplicità e al gusto dell’offerta, ma anche a efficaci e anti-convenzionali strategie di marketing. Ne “Il Vangelo secondo Burgez”, biografia di Ciaruffoli, si può scoprire “Tutto quello che non vi hanno mai detto sul fast food più scorretto e amato del mondo”.
I locali della catena sono oggi 11, di cui 8 a Milano, gli altri a Torino, Monza e Roma. Nel 2021 si concretizzerà un piano di nuove aperture nel Nord e Centro Italia, da Genova a Verona, passando per Varese, Brescia, Bologna e Firenze. Inoltre Burgez produce collezioni di merchandising, dalle salse brandizzate alle Z-shirt unisex.
La full brand più irriverente che ci sia!
Hai presente quando credi di averne viste di tutti i colori in questo mondo? Bene, la full brand di Burgez è pronta a stupire!
In giallo e nero, audace e riconoscibile, con il payoff di Burgez e l’eloquente #Godi, il brick è irriverente e soprattutto ha la funzione di…un metro! Abbiamo sdoganato l’acqua nel cartone, perché non proporre ora il brick come parametro di misurazione? “Cerchiamo sempre di fare qualcosa di singolare. La comunicazione si può realizzare su qualsiasi oggetto, che sia un post di ricerca lavoro, che sia carta igienica, che sia un’acqua. Si ha a disposizione un spazio fisico, perché non usarlo?”, è il commento di Ciaruffoli che ha ribattezzato questa H2O come “acqua al pisello”. A buon intenditore poche parole…
Con una modalità espressiva trasparente e provocatoria, un tone of voice dissacrante e sfrontata, fatta di commenti sagaci e battute taglienti, Burgez ha fatto breccia nel cuore dei clienti, tanto da aver incrementato il proprio business anche in periodo di pandemia. Trattandoli come pari, come amici, Burgez instaura con loro una relazione orizzontale, un dialogo giocoso e ironico, senza compromessi e senza peli sulla lingua. Le campagne di marketing e la comunicazione di Burgez sono curate dell’agenzia Upper Beast Side, di cui Ciaruffoli è fondatore e direttore creativo.
Acquainbrick si inserisce in questo contesto in quanto capace di offrire ai propri partner un canale alternativo di espressione e comunicazione, in grado soprattutto di arrivare direttamente al consumatore: l’acqua on the-go è un oggetto tangibile che favorisce un’interazione orizzontale tra brand e consumatore. E perché no, una volta consumata l’acqua, il brick potrebbe anche diventare una sorta di cimelio per tutti i burgeziani!
Il brick non è quindi solo un involucro per l’acqua, ma è portavoce di un’identità, in questo caso anticonformista.
Comunicare fuori dagli schemi e personalizzare
Con trovate pubblicitarie stravaganti e operazioni di guerrilla marketing anti-convenzionali e di rottura, da Burgez ci si può aspettare veramente di tutto.
Confronti espliciti con i competitors, auto-elogi alternati a dichiarazioni come “l’hamburger più schifoso d’Italia”, l’operazione nostalgica con la riesumazione del logo di Burghy in occasione dell’apertura del locale di Monza, l’inserimento all’interno delle delivery di un bigliettino scritto da una finta lavoratrice sfruttata: sono solo alcuni esempi della comunicazione fuori dagli schemi di Burgez. Il risultato? Curiosità, passaparola, immagini virali sui social, code infinite fuori dalle vetrine della catena.
Acquainbrick è quindi una via percorribile da ogni brand che cerca di interagire in modo creativo con l’utente finale. La personalizzazione del prodotto è infatti considerata un fattore chiave da Ciarrufoli in quanto modalità attraverso cui “fortifichiamo il brand e veicoliamo la nostra comunicazione.” Nel 2016 Burgez aveva tentato la strada della personalizzazione dell’acqua, ma solo l’incontro con la startup di Modena ha permesso di lanciare un oggetto provocatorio, con cui generare sorpresa e engagement.
Per stessa ammissione di Ciaruffoli, la partnership con Acquainbrick nasce “in primis per il discorso della personalizzazione” oltre che per la scelta di una buona acqua e, solo secondariamente, e involontariamente, per il tema della sostenibilità.
Il concetto di sostenibilità per Burgez è, infatti, più legato al dar vita ad un welfare importante, a creare un ambiente di lavoro sano per dipendenti e collaboratori, motivo per cui in questo momento storico così difficile Burgez “è una delle pochissime aziende della ristorazione che in Italia non se la sta passando male.” Mentre “le cannucce di carta o robe simili sono puro greenwashing. Anche Burgez le adotterà, ma solo perché saremo obbligati, non per nostra volontà”. Ecco servita un’altra stoccata in stile Burgez!
Burgez
Comunicare fuori dagli schemi: in questa Success Story presentiamo una full brand davvero irriverente, personalizzata da Acquainbrick per Burgez.
- Ufficio Stampa
- Aprile 13, 2021
- 10:00 pm
L’incredibile storia di Burgez
Nel 2015 Simone Ciaruffoli fonda Burgez a Milano. Già dal payoff “Try not to come back if you can”, che è allo stesso tempo una sfida e un invito, il brand punta sull’ironia, la messinscena, l’irriverenza.
La narrazione della nascita di Burgez prende le sembianze di un racconto breve dai contorni urban-fantasy. La “strana storia” inizia nel dicembre del 2012. “Proprio quando il mondo vuole finire” Ciaruffoli si trova a New York per cominciare una nuova vita. L’incontro provvidenziale con un senzatetto, custode di un piccolo e vecchio diario, è il punto di svolta. Il diario contiene, infatti, frammenti di storia dei genitori del vecchietto, partiti da Amburgo alla volta del Nuovo Mondo, ma soprattutto è rivelatore dei segreti di un “fantomatico panino con la carne”, l’hamburger. E se questa storia ha dell’incredibile, il grande successo di Burgez è dovuto prima di tutto alla qualità della materia prima, alla semplicità e al gusto dell’offerta, ma anche a efficaci e anti-convenzionali strategie di marketing. Ne “Il Vangelo secondo Burgez”, biografia di Ciaruffoli, si può scoprire “Tutto quello che non vi hanno mai detto sul fast food più scorretto e amato del mondo”.
I locali della catena sono oggi 11, di cui 8 a Milano, gli altri a Torino, Monza e Roma. Nel 2021 si concretizzerà un piano di nuove aperture nel Nord e Centro Italia, da Genova a Verona, passando per Varese, Brescia, Bologna e Firenze. Inoltre Burgez produce collezioni di merchandising, dalle salse brandizzate alle Z-shirt unisex.
La full brand più irriverente che ci sia!
Hai presente quando credi di averne viste di tutti i colori in questo mondo? Bene, la full brand di Burgez è pronta a stupire!
In giallo e nero, audace e riconoscibile, con il payoff di Burgez e l’eloquente #Godi, il brick è irriverente e soprattutto ha la funzione di…un metro! Abbiamo sdoganato l’acqua nel cartone, perché non proporre ora il brick come parametro di misurazione? “Cerchiamo sempre di fare qualcosa di singolare. La comunicazione si può realizzare su qualsiasi oggetto, che sia un post di ricerca lavoro, che sia carta igienica, che sia un’acqua. Si ha a disposizione un spazio fisico, perché non usarlo?”, è il commento di Ciaruffoli che ha ribattezzato questa H2O come “acqua al pisello”. A buon intenditore poche parole…
Con una modalità espressiva trasparente e provocatoria, un tone of voice dissacrante e sfrontata, fatta di commenti sagaci e battute taglienti, Burgez ha fatto breccia nel cuore dei clienti, tanto da aver incrementato il proprio business anche in periodo di pandemia. Trattandoli come pari, come amici, Burgez instaura con loro una relazione orizzontale, un dialogo giocoso e ironico, senza compromessi e senza peli sulla lingua. Le campagne di marketing e la comunicazione di Burgez sono curate dell’agenzia Upper Beast Side, di cui Ciaruffoli è fondatore e direttore creativo.
Acquainbrick si inserisce in questo contesto in quanto capace di offrire ai propri partner un canale alternativo di espressione e comunicazione, in grado soprattutto di arrivare direttamente al consumatore: l’acqua on the-go è un oggetto tangibile che favorisce un’interazione orizzontale tra brand e consumatore. E perché no, una volta consumata l’acqua, il brick potrebbe anche diventare una sorta di cimelio per tutti i burgeziani!
Il brick non è quindi solo un involucro per l’acqua, ma è portavoce di un’identità, in questo caso anticonformista.
Comunicare fuori dagli schemi e personalizzare
Con trovate pubblicitarie stravaganti e operazioni di guerrilla marketing anti-convenzionali e di rottura, da Burgez ci si può aspettare veramente di tutto.
Confronti espliciti con i competitors, auto-elogi alternati a dichiarazioni come “l’hamburger più schifoso d’Italia”, l’operazione nostalgica con la riesumazione del logo di Burghy in occasione dell’apertura del locale di Monza, l’inserimento all’interno delle delivery di un bigliettino scritto da una finta lavoratrice sfruttata: sono solo alcuni esempi della comunicazione fuori dagli schemi di Burgez. Il risultato? Curiosità, passaparola, immagini virali sui social, code infinite fuori dalle vetrine della catena.
Acquainbrick è quindi una via percorribile da ogni brand che cerca di interagire in modo creativo con l’utente finale. La personalizzazione del prodotto è infatti considerata un fattore chiave da Ciarrufoli in quanto modalità attraverso cui “fortifichiamo il brand e veicoliamo la nostra comunicazione.” Nel 2016 Burgez aveva tentato la strada della personalizzazione dell’acqua, ma solo l’incontro con la startup di Modena ha permesso di lanciare un oggetto provocatorio, con cui generare sorpresa e engagement.
Per stessa ammissione di Ciaruffoli, la partnership con Acquainbrick nasce “in primis per il discorso della personalizzazione” oltre che per la scelta di una buona acqua e, solo secondariamente, e involontariamente, per il tema della sostenibilità.
Il concetto di sostenibilità per Burgez è, infatti, più legato al dar vita ad un welfare importante, a creare un ambiente di lavoro sano per dipendenti e collaboratori, motivo per cui in questo momento storico così difficile Burgez “è una delle pochissime aziende della ristorazione che in Italia non se la sta passando male.” Mentre “le cannucce di carta o robe simili sono puro greenwashing. Anche Burgez le adotterà, ma solo perché saremo obbligati, non per nostra volontà”. Ecco servita un’altra stoccata in stile Burgez!